governo Monti. “Con tutta
onestà – ha osservato l’ex
direttore del Corriere della
Sera – devo dire che in que-
sto primo anno di governo
Monti abbiamo visto in azio-
ne una mannaia sul piano
dell’esazione fiscale, mentre
nulla si è potuto scorgere sul
fronte dello sviluppo”.
“Sul nostro territorio, peral-
tro – ha aggiunto Atzori – la
crisi può essere fermata se
saranno attivati gli investi-
menti programmati, per un
valore di oltre 2 miliardi, da
realizzare nei prossimi 5-10
anni. Sono coinvolti i settori
dell’industria, del porto, del
turismo e dell’edilizia”. Ma
per dare gambe a questi pro-
getti è necessario che le for-
ze vive della società mettano
in campo uno straordinario
impegno collettivo. E nono-
stante ci siano “atteggiamenti
positivi da parte dei ministe-
ri, della Regione Liguria, del-
le istituzioni a livello locale
e delle organizzazioni sinda-
cali, questo non è stato anco-
ra sufficiente per realizzare
progetti pubblici, ma neanche
privati, nei tempi giusti”.
“Il professor Monti – ha detto
il presidente Squinzi – merita
un 6 meno meno. Ci ha rida-
to credibilità internazionale,
ma nonostante dica il contra-
rio non ha fatto la riforma del
lavoro. E come la mettiamo
con la semplificazione? In
Canton Ticino la procedu-
ra di valutazione ambienta-
le dura 60 giorni, da noi 2
anni. E dove sono i tagli alla
politica?”
I problemi del governo tec-
nico, dopo le prime settima-
ne a passo di carica, sono in
effetti iniziati con il ballet-
to sull’Articolo 18, ha pro-
seguito Mieli: “C’è stata una
data simbolo, quella in cui
lo spread è caduto al livello
più basso dell’anno: ebbene,
quel giorno le cose sono cam-
biate, i partiti hanno rialza-
to la testa, le trattative sono
diventate estenuanti. Allora
avremmo dovuto tutti alza-
re la voce, ma non lo abbia-
mo fatto”.
Atzori ha poi affermato che
“il groviglio regolamentare
è oggi il principale ostacolo
allo sviluppo delle attività
in Italia e agli insediamenti
produttivi da parte di azien-
de internazionali”. E “se l’ina-
sprimento e la proliferazio-
ne delle leggi e delle norme
rende la vita difficile a quelli
che fanno i furbi, alle azien-
de corrette e alle persone
oneste può renderla addirit-
tura impossibile”. “Ci siamo
trovati con un governo in-
dispensabile ma deludente
– ha aggiunto Atzori -. Solo
che alla fine della fiera, per
far quadrare i conti senza
perdere consenso si aumen-
tano le tasse su chi produce,
imprese e lavoratori. Eccoci
qui a cercare di sopravvive-
re in un ambiente ostile, con
una pubblica amministrazio-
ne che negli anni ha inventa-
to dei posti di lavoro fittizi,
per giustificare i quali sono
state create delle competen-
ze aggiuntive che complicano
e rendono più costosa la vita
degli imprenditori”.
Tanto che oggi le tasse por-
tano via il 68,5% dei profitti
alle imprese italiane, a fron-
te di una media europea atte-
stata al 42,4%. “C’è un livello,
quota 70, che spaventa un po’
tutti – ha sottolineato Mieli
-: se andiamo oltre la parti-
ta è persa”.
Ma può anche essere persa se
non si arriverà presto a dare
una struttura più solida alla
costruzione europea: serve
un ministro europeo dell’e-
conomia, servono dei rigidi
paletti alla finanza pubblica.
“Il parlamento europeo è un
ente inutile – ha osservato
Squinzi -, a Bruxelles abbia-
mo sedi di rappresentanza di
quasi tutte le regioni italiane,
le province dovevano esse-
re abolite, nessuna esclusa,
senza dare la possibilità di
fare ricorsi, i tagli alla spe-
sa non sono incisivi. Eppure,
nonostante tutto, continuia-
mo testardamente a credere
di poter uscire da questa si-
tuazione, correndo di più in
giro per il mondo, inventan-
doci ogni giorno qualcosa di
nuovo”.
9
SAVONA IMPRESA
Sala Congressi alPriamar con il
tutto esaurito perl’Assemblea pub-
blica dell’Unione Industriali. Nelle foto,
di Fabio Frosio, alcuni momenti dell’in-
contro dibattito. Sopra, Fabio Atzori; a
destra, confronto a tre.
o Atzori, Paolo Mieli:
ci, nel Palazzo
dove andranno
conomia e politica