SavonaImpresa - page 8

vità del nostro territorio. Per
gli operatori che ci guardano
dall’estero è la Liguria in sé ad
avere un problema non solo
Genova, quindi a rischio e tut-
ta l’economia della Liguria cen-
tro occidentale”.
Cosa chiedono le imprese di Sa-
vona e provincia?
“La comunità delle imprese
del territorio savonese da noi
rappresentata, che compren-
de manifattura, servizi ad alto
valore aggiunto, portualità e
industria dell’accoglienza tu-
ristica, e che conta oltre 600
imprese per più di 15.000 ad-
detti, necessita di scelte celeri
e di un cronoprogramma certo
che permetta agli imprendito-
ri di pianificare le necessarie
contromisure, organizzative
ed economiche, alternative
alle ordinarie, e di valutarne
appieno la reale portata eco-
nomico-finanziaria e la loro
sostenibilità a medio termine.
Per lemerci delle nostre azien-
de manifatturiere che imbar-
cano o sbarcano a Genova, la
soluzione della strada cosid-
detta “Ilva” dovrebbe riuscire a
ridurre almeno in parte gli ex-
tra costi, ma lo stesso non può
dirsi per le merci che, sbarca-
te nei due scali savonesi, ven-
gono successivamente inviate
via litoranea nel resto dell’Ita-
lia, così come per lemerci in ar-
rivo o uscita dalle nostre ma-
nifatture”.
Quali i principali problemi già ri-
scontrati?
“Si è assistito, per talune mer-
ceologie, a una contrazione di
traffici portuali, alla richiesta di
extra-costi e al possibile riposi-
zionamento sui porti toscani. E,
per le imprese manifatturiere,
in particolare della Valle Bor-
mida, il passaggiodellemerci in
entrata o uscita via Voltri-Pre-
dosa-Novi ha comportato, per
alcune aziende, già nel mese di
agostoe settembreunaumento
del costo di trasporto, che varia
daqualche centesimoaqualche
euroatonnellata,siaperlamag-
gior trattadapercorrere, siaper
le maggiori ore-guida. Per tale
ragione, non si può immaginare
alcun provvedimento sulle atti-
vitàlogisticheeportualichenon
tenga presente che il porto, di
Genova e Savona, oggi, èununi-
co sistema. Le misure inserite
nel “DecretoGenova”per l’auto-
trasportosonoancorapocacosa
e non è accettabile che l’Autori-
tà di Sistema si ritrovi con una
sorta di “mancia” di 30 milioni
perassorbirel’impattonegativo
edevitare che lemerci si sposti-
no in altri scali. Ricordiamo che
ordinariamente l’Iva spettante
allo Scalo di Genova-Savona
supera già i 15 milioni di euro,
non considerare, poi,
nella Zona Logisti-
ca Speciale, an-
che il Porto di
Savona, since-
ramente fa pen-
sare: siamo un
unico porto op-
pure no ?”.
Lo sce-
nario rischia di peggiorare?
“Nell’immediato futuro tutte le
aziende, dalle imprese vetra-
rie, che occupano oltre 1000
addetti, ai sistemi di produzio-
ne automotive, alle aziende
alimentari, si troveranno a
essere servite da fornitori
e a servire clienti con un
aumento delle tratte da
percorrere di circa 120
chilometri, per di più in
un tratto appenninico.
Tutto ciò va inquadrato
in un territorio, il
savonese e
la Val
Bormida, dichiarato Area di
crisi industriale complessa. Il
crollo del Morandi, oltre a cre-
are certamente minori attese
e interessi imprenditoriali per
il nostro territorio nell’ambito
dei bandi per l’insediamento di
nuove attività sull’Area di Crisi,
mette a rischio la nostra capa-
cità di agganciare quel rilancio
che, già prima del crollo, la Li-
guria stentava a cogliere”.
Un invito a fare ancora più pre-
sto, dunque?
“Concordiamo con il presi-
dente della Regione quando
evidenzia che non si può at-
tendere un giorno in più per
procedere all’immediata ese-
cuzione delle opere di demo-
lizione e ricostruzione del col-
legamento viario che ci isola,
come cittadini e come impren-
ditori. E riteniamo che sia ne-
cessario cogliere l’occasione
per procedere ad accelerare
l’esecuzione di una serie di
opere, già progettate, in pro-
grammazione o già in corso di
esecuzione, essenziali per l’e-
conomia del nostro territorio”.
Quali opere, nello specifico, pos-
sono essere di aiuto per le im-
prese savonesi?
“A livello ligure, il Terzo Valico,
per supportare con l’alta capa-
cità, l’uscita via ferro dellemer-
ci in arrivo al porto di Genova
e di Savona-Vado Ligure; la
Gronda di ponente, ancor più
necessaria dopo quanto acca-
duto, non esistendo altrimen-
ti altra possibilità di connes-
sione viaria non urbana per le
merci e le persone; il quadru-
plicamento ferroviario da Prà
a Genova, per ridurre l’impat-
to del traffico veicolare civile
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SAVONA
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Appello del presidente dell’Unione Industriali dopo il crollo di Ponte Morandi
“Accelerare le opere
del sistema logisti
co”
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