U
n’operazione com-
plessa, anzi chirur-
gica. Sono passate
diverse settimane dall’in-
tervento di Andora, ma la
soddisfazione dell’azienda
Vernazza resta immutata.
Un sentimento dettato dalla
consapevolezza di una com-
plessità fuori dagli schemi
unita a uno straordinario ri-
torno d’immagine. “Sapeva-
mo di avere puntati su di noi
gli occhi dell’intero Paese e
forse di gran parte del mon-
do” rivela Diego Vernazza,
socio del gruppo ligure. Le
gru impegnate per liberare
la linea ferroviaria dopo il
deragliamento dell’Interci-
ty provocato dalla frana del-
la collina di Capo Rollo sono
state cinque.
“Ovviamente, la difficoltà era
data dal fatto che la soluzio-
ne prescelta riguardava un
intervento con poche o nulle
opere in loco. Obiettivo, fare
in fretta evitando ulteriori
rischi per la stabilità della
collina”. Da qui la necessità
di utilizzare una chiatta da
90 metri allestendo sopra di
essa un vero e proprio baci-
no galleggiante con le auto-
gru telescopiche di ultima
generazione, omologate per
questo genere di interventi.
Un’organizzazione tecnica
nei minimi dettagli con de-
cine di persone dell’azien-
da impegnate nell’operazio-
ne. “Le gru più grosse, 800
e 450 tonnellate di portata,
con il compito di solleva-
re prima il locomotore da
90 tonnellate e successiva-
mente il vagone passeggeri
da 45 tonnellate. Le altre tre
gru sono servite per innalza-
re sui cestelli i nostri addetti
per l’aggancio delle due par-
ti del treno ancora sui bina-
ri e per mantenere la stabi-
lità del locomotore. E’ stato,
inoltre, necessario separare
locomotore e carrozza per-
ché l’urto dei vagoni li ave-
va spinti l’uno verso l’altro
e la pioggia aveva sigillato
le lamiere. Dopo il primario
uso della ossidrica, i tecni-
ci hanno deciso di usare cu-
scini idraulici per separare i
due mezzi. Risultato centra-
to. Da lì è scattato il momen-
to di sollevare la motrice che
ha fatto in verità un po’ di re-
sistenza prima di permette-
re ai ferrovieri un controllo
delle sue ruote. Stessa sorte
per la carrozza” precisa Die-
go Vernazza. Dopo la navi-
gazione da Genova ad Ando-
ra proseguita per un’intera
nottata, la chiatta ha inizia-
to l’operazione di ormeggio
davanti allo specchio acqueo
fulcro del cantiere. Tutto in
massima sicurezza e stabilità
al fine di consentire le opera-
zioni di sollevamento. “Nel-
la fase preparatoria abbiamo
lavorato per prendere tutti
gli accorgimenti affinché la
nostra squadra potesse ope-
rare in piena sicurezza. L’u-
nica incognita rimaneva il
moto ondoso, ma anche in
questo caso eravamo pron-
ti con specifici accorgimenti
per un bilanciamento della
chiatta” spiegano dalla Ver-
nazza. Ma prima di avviare
il lavoro delle gru, ad Ando-
ra, è stato necessario prepa-
rare i punti di ormeggio del-
la grande chiatta e porre in
sicurezza il locomotore e la
carrozza. Le grandi gru lavo-
ravano in silenzio manovrate
dalla chiatta con un joystick.
Prima il locomotore, poi il
vagone mentre arrivavano
sulla linea i carri gialli del
soccorso e le verdi motrici
che avrebbero dovuto tra-
scinare via quel che restava
dell’Intercity. Lavori a tem-
po di record con una conclu-
sione giunta in largo anticipo
rispetto alle previsioni: ipo-
tesi di due giornate, ostacolo
rimosso in dodici ore. “Il no-
stro grazie va all’intero staff
e alle aziende partner che
hanno lavorato dall’inizio
alla fine con ammirevole ab-
negazione. A livello italiano,
quella di Andora, rappresen-
tava un’azione senza prece-
denti e abbiamo fornito una
risposta d’efficienza”. Ver-
nazza è stata la protagonista
dello sgombero dei binari al
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Cinque gru per rimuovere il treno uscito dai binari a Capo Rollo
Lo sbarco di Vernazza
per liberare la ferrovia